Quando la ruota girava ….

Era passata la metà del 19esimo secolo quando nacque il nostro mulino. A quel tempo alle Quarne ne erano stati e ne venivano costruiti molti. Ricchi di acque, seppur sparse in una miriade di piccoli ruscelli, i paesi di Quarna Sopra e Quarna Sotto erano allora isolati dal mondo. Solo sette chilometri li separano in realtà dalla città di Omegna, sul lago d’Orta, ma tutti in salita e non c’erano strade, solo un ripido sentiero portava alle Quarne, come vengono chiamati, al plurale, i due paesi omonimi, superando un dislivello di 500 metri in appunto sette chilometri quasi verticali. La popolazione era allora pressoché autosufficiente, qui vivevano allora come ora, galline, pecore, capre, mucche e vi si producevano uova, latte, formaggi, frutta e anche cereali, in particolare segale. Questa doveva venir macinata, possibilmente senza venir trasportata a valle. Ed ecco quindi nascere i mulini. Solo sul Rio Orsei, quello su cui ci troviamo noi oggi, se ne contavano, fra Quarna Sopra e Quarna sotto almeno sei o sette, quasi tutti scomparsi. Certo, la portata del ruscello era bassa, seppur costante, percui i mulini giravano grazie ad un intelligente accorgimento: erano mulini a cascata. In pratica, l’acqua veniva deviata in un vascone posto più in alto del mulino e del ruscello. Dal vascone l’acqua, scorrendo dietro al mulino in una conduttura, piombava dall’alto sulla ruota facendola girare, per ricadere poi nel ruscello e continuare la corsa sino al prossimo mulino. Se venite a Quarna Sotto raggiugete l’Oratorio del Saliente, all’imbocco della via per Varallo Sesia. Lì, nel Parco dedicato a Fausto Coppi – la cui famiglia pare fosse originaria di qui – troverete un piccolo mulino restaurato con ancora la vasca, la conduttura dell’acqua, la ruota in grado di girare. E’ il “Mulino delle Batine” di proprietà comunale e gestito da una associazione. L’ultimo rimasto quasi integro dei tanti che negli scorsi secoli caratterizzavano il paese. Per la cronaca, le “Batine” erano tre sorelle, il cui soprannome derivava da quello del nonno, GiovanBattista detto Battistino, poi “Batino”. Ne furono le ultime proprietarie e le ultime mugnaie. Il nipote lo donò al comune ed oggi è testimone, unico mulino ancora funzionante, di quel passato. (info da: Il mulino delle Batine, Giorgio Cecchetti, Associazione Museo di storia quarnese, 1999)

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